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Nei novantuno componimenti compresi in Diario idei '71 e del '72 (pubblicato nel 1973) Montale approfondisce i temi dirompenti già affacciatisi in Satura: su un cupo pessimismo di fondo si innestano quadri di feroce sarcasmo contro la società dell'epoca e un'umanità irrimediabilmente inautentica, intervallati però da imprevedibili slanci e sussulti di vitalismo. Privo di forti temi unificanti, il Diario trova una sua coerenza proprio nella; forma del journal, nella registrazione quasi quotidiana di fatti e in un ironico plurilinguismo che; attinge ora dalla lingua quotidiana anche bassa,; ora da quella esibitamente letteraria o preziosa.; È una poesia, questa del vecchio Montale, ormai incapace di salvare il soggetto che la pratica, ma che non smette di chiedere al lettore di riconoscere il mondo per quel che è: un enorme ossimoro [nel quale il bene e il male, "il vero e il falso sono; il retto e il verso / della stessa medaglia", li testo, corredato di un'introduzione e di un commento a cura di Massimo Gezzi, è accompagnato; da un saggio di Angelo Jacomuzzi, da un profilo biografico dell'autore, da una bibliografia e da un importante intervento di un poeta e critico come Andrea Zanzotto.